GLI EVENTI DEL TERRITORIO
La vita non è la festa che speravamo, ma finché siamo qui balliamo
Marco Stefanucci è nato a Roma nel 1970, dove vive e lavora. Si è diplomato in grafica ed è laureato in Storia dell’Arte presso l’Università La Sapienza di Roma. Per oltre 15 anni ha lavorato come Graphic Designer in campo editoriale e televisivo, realizzando la veste grafica di alcune tra le più importanti produzioni di Rai, Mediaset, La7, Sky.
Da qualche anno, grazie all’apprezzamento crescente della critica, Stefanucci ha oltrepassato i confini nostrani per esporre in città europee importanti come Monaco di Baviera, Londra, Strasburgo. In Italia, Roma e la Sicilia sono stati, sinora, i luoghi privilegiati delle sue mostre. Recentemente ha partecipato ad ArtUp!, fiera d’arte contemporanea tenutasi a Lille in Francia, mentre da poco ha chiuso i battenti al Museo Archeologico di Gela la mostra collettiva intitolata Eros, dal mito al contemporaneo, curato da Alba Romano Pace, alla quale Stefanucci ha contribuito in maniera significativa.
“Ho pensato a lungo al senso di questa mostra di San Benedetto, che include alcuni miei lavori “vecchi” da affiancare ad altri più recenti, al fine di presentare innanzitutto un corpus di opere che sia rappresentativo del mio percorso più recente nonché indicativo della mia ricerca in senso lato. Il titolo, L’originale assente, è mutuato da un interessante libro di Monica Centanni dallo stesso titolo. Nel testo si affronta un tema con il quale noi pittori ci misuriamo tutti prima o poi: ovvero, il “mito” dell’originalità di un’opera. Quanto c’è di originale nel nostro lavoro? In che misura ci ispiriamo al lavoro degli altri? E in che misura siamo consapevoli della compresenza del lavoro altrui nel nostro?
Il testo della Centanni tocca questioni complesse, partendo dai temi classici sino ad arrivare alle teorie di Aby Warburg, che insisteva sulla persistenza nell’arte europea del tratto pagano dell’antichità. Ciò che mi interessa, alla luce di questa ed altre tesi simili, è porre l’accento in maniera lineare e pulita sul fatto che i processi creativi sono sempre e involontariamente viziati. Sono convinto che dal nostro primo sguardo sul mondo fino all’ultimo respiro, subiamo tutti un’influenza costante che rigeneriamo attraverso l’atto creativo. Anche la ricerca più esasperata ci riporta sempre al medesimo punto, o ai medesimi punti: niente è originale, l’autenticità è inestimabile, la visione è personale.
Ecco, mi piacerebbe che l’allestimento e la rappresentazione de L’originale assente si prestasse a questa chiave di lettura. E’ chiaro che non m’interessa giustificare la genesi dei lavori, ma in funzione di quanto detto fino a ora, vorrei “provocare” lo spettatore in modo da causare una sorta di tensione dialettica. A pensarci, vorrei suscitare una reazione che sia sensibile, idealmente, alla dimensione trans-temporale della mia arte, e al dialogo ininterrotto – e a volte sicuramente inconscio – tra il mio lavoro e l’arte di ogni tempo che ho da sempre respirato.”
Palazzina Azzurra
Mostra personale curata da Anthony Molino.
dal 10 al 21 Novembre 2018 | Palazzina Azzurra | San Benedetto del Tronto (Ap).
Inaugurazione Sabato 10 Novembre, ore 18.00