Sulla strada che collega Ascoli Piceno a Teramo, superata Civitella del Tronto troviamo Campli preceduta dalla piana di Campovalano.
Pochi chilometri dividono questi luoghi ricchi di tradizioni che, immersi in un paesaggio pedemontano appenninico, conservano un grande fascino e stanno lì per raccontare la loro storia a chi la sa ascoltare.
La sagra della porchetta di Campli
Campli, ad appena 6 chilometri da Teramo, è arcinota in tutt’Italia: qui, dove i monti della Laga guardano ad oriente, annualmente si svolge la Sagra della Porchetta Italica.
Appena passato ferragosto, selezionati mastri porchettai, per i 6 giorni della manifestazione propongono ai golosi di mezzo mondo leccornie antesignane del finger food in chiave abruzzese.
La suggestiva piazza Vittorio Emanuele II, fulcro della vita cittadina dove il Palazzo del Parlamento, edificato nel 1286 e poi rimaneggiato nel ‘500, fronteggia la Cattedrale di Santa Maria in Platea, diventa il centro della grande festa.
Per tutta la durata della manifestazione, qui si viene per gustare le prelibate porchette con famigliari e amici per quello che oramai è a tutti gli effetti un grande rito collettivo.
Ogni edizione di questo imperdibile appuntamento gastronomico vanta qualcosa come 150.000 presenze.
Si calcola che per sfamare tutta questa gente, ci vogliano almeno 300 porchette “croccanti e fragranti”, come recitava uno slogan di molti anni fa.
Seduti ai tavolini di piazza Vittorio Emanuele o lungo le vie del centro l’allegria dilaga e, morso dopo morso ti scordi dei problemi di ogni giorno ed assapori un po’ di meritata felicità: questo è il segreto della sagra più antica d’Abruzzo.
Pochi sanno che un manipolo di giurie qualificate decreta ogni anni il mastro porchettaio.
Questi, ricevuta la preziosa onorificenza, ha diritto ad esporla in macelleria o sul proprio food truck, sul camioncino itinerante che ritroviamo nelle feste di paese oppure nei mercati ambulanti settimanali.
Come se questo non bastasse, il suo nome entra a far parte dell’albo d’oro dei vincitori, nomi preziosi da tenere a mette quando, di passaggio in Abruzzo, si ha voglia di fare uno spuntino d’autore.
I produttori più noti
I Re della porchetta sono tanti e qui facciamo solo una piccola parte dei nomi illustri del settore.
- Nicolino Mercurii, mastro porchettaio di Colledara (TE) che ha fatto tripletta aggiudicandosi il premio alla 44^, 45^ e 46^ edizione, senza contare i riconoscimenti alla 38^ e alla 39^.
- Massimo Fagioli, mastro porchettaio camplese da tre generazioni.
- Fulvio Pallotta, il vincitore della 49^ edizione, quella dell’estate 2020.
- Salvatore Di Angelo, altro camplese ad aver vinto il premio.
- il teramano Emidio Falasca
- infine Luciano Bosica
- e tanti altri, impossibile nominarli tutti!
Cosa vedere a Campli
Ma durante l’arco dell’anno, sono tante le ragioni per visitare Campli che ha conservato intatto l’impianto urbanistico di un borgo mercatile medievale con i portici ad abbellire i palazzi del XIV secolo.
Di grande importanza la Cattedrale di Santa Maria in Platea, eretta sopra una piccola chiesa più antica, i resti della quale sono visitabili nella cripta che conserva un impianto benedettino.
E poi non può assolutamente mancare una visita al Museo Archeologico Nazionale in piazza San Francesco. Nato nel 1989 per accogliere e valorizzare gli straordinari ritrovamenti archeologici della vicina Necropoli di Campovalano, ha riaperto i battenti nel 2018 dopo i lavori di ristrutturazione.
Al suo interno, un itinerario espositivo articolato in 3 sale principali con più di 30 teche mette in mostra, con l’aiuto di pannelli descrittivi, reperti rinvenuti nei corredi funebri delle sepolture di Campovalano, appartenuti alle civiltà dell’Età del Bronzo (XXIV – XI secolo a.C.), genti nomadi antecedenti ai popoli italici.
Su Corso Umberto I troviamo la Casa del Medico e dello speziale, elegante palazzo cinquecentesco e la Chiesa di San Francesco (XIV sec.) che al momento non è agibile.
A pochi passi dal Palazzo del Parlamento sorge il Santuario della Scala Santa, istituito a Campli come privilegio pontificio di Papa Clemente XIV il 21 gennaio 1772.
L’edificio sacro è costituito da 28 gradini in legno che i devoti salgono, rigorosamente in ginocchio, per la remissione dei peccati ottenendo l’indulgenza plenaria.
Avviso ai gastronauti: il panino con la porchetta si abbina perfettamente con un’altra eccellenza del luogo, la mitica Gassosa di Campli!
Non si può lasciare la città senza averne fatto scorta.
Ogni domenica dalle 8 alle 13, il cuore del centro storico è teatro dell’antico mercato settimanale, una tradizione che, secondo le fonti storiche, risale almeno al 1293, data del documento dove è espressamente citato.
A quanti, dopo un giro al mercato, volessero fare festa con un buon pranzo, segnaliamo che a Campli ci sono alcuni interessanti locali.
Dove mangiare a Campli
Tra questi segnaliamo:
- il Ristorante Pizzeria Tunnel in via del Macello 1
- il popolare Refettorio Della Misericordia in piazza della Misericordia 5
- il più rinomato Tubero d’Oro in piazza Vittorio Emanuele
Cosa vedere nei dintorni di Campli
Ma il territorio intorno a questa piccola città non finisce ha ancora tanto da raccontare.
Castelnuovo ai giorni nostri è frazione di Campli e qui si va ad ammirare l’ingresso orientale del borgo fortificato: è la Porta Angioina, eretta probabilmente nel XIII secolo.
Allo stesso tempo, a Nocella, altra località camplese, si va a vedere la Torre del Melatino in piazza Carlo Alberto.
Concludiamo rapidamente questo nostro itinerario minimo camplese dicendo che a Campovalano, pianoro alla base della Montagna di Campli di circa 3 km², è aperta al pubblico l’Area Archeologica della Necropoli.
Ad oggi gli archeologi che qui hanno condotto campagne di scavo, ha portato alla luce 624 sepolture.
Infine, a poca distanza dalla necropoli sorge Chiesa di San Pietro Apostolo in Campovalano che, parte integrante di un antico monastero benedettino fu edificata nell’VIII secolo, poi restaurata nel XIII.
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